In questa guida spieghiamo cosa sono le cambiali finanziari.
Le cambiali finanziarie sono titoli di credito introdotti nella normativa italiana dalla legge 13 gennaio 1994 n.43, modificata dal decreto legge 83/2012. Esse funzionano come raccolta di risparmio tra il pubblico, attraverso lo strumento dei mutui collettivi. Le imprese che hanno bisogno di un finanziamento a breve termine possono reperire i fondi senza ricorrere all’indebitamento bancario, tramite la sottoscrizione di una serie di cambiali finanziarie, con le quali si impegnano incondizionatamente a pagare, alla scadenza stabilita, la somma indicata nel titolo.
Sono equiparate a tutti gli effetti alle cambiali ordinarie, devono però contenere la denominazione di cambiali finanziarie e possono essere girate esclusivamente con la clausola senza garanzia. La clausola senza garanzia è necessaria per tutelare il girante da un’eventuale inadempienza dell’emittente.
Dicevamo che le cambiali finanziarie sono state introdotte dalla legge n.43 del 94, ma alcuni importanti cambiamenti sono stati apportati dal decreto del 2012. Tra tutti, emerge l’allargamento della platea titolata all’emissione di questi titoli e la loro scadenza. Per quanto concerne questo aspetto, per esempio, si è passati da una durata compresa tra un minimo di 3 mesi e un massimo di 18 mesi a una durata compresa tra un minimo di un mese e un massimo di 36 mesi.
Passiamo adesso ad esaminare quali sono i soggetti che possono emettere le cambiali finanziarie. Essi sono le società di capitali, le società cooperative e le mutue assicuratrici diverse dalle banche e dalle microimprese, oltre che società ed enti non aventi titoli negoziati sui mercati regolamentati o non regolamentati. Nell’ultimo caso, le società possono emettere le cambiali finanziarie solo a particolari condizioni, ovvero se assistiti da una banca o un’impresa di investimento, una società di gestione del risparmio, una società di gestione armonizzata o una società di investimento a capitale variabile. Queste società o banche hanno il compito di assistere la società emittente durante tutta la fase di emissione dei titoli e del loro collocamento, segnalando se le cambiali finanziarie in circolazione sono complessivamente di importo superiore all’attivo circolante dell’emittente, stando all’ultimo bilancio approvato e certificato da un revisore contabile o una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili. Inoltre devono assegnare all’emittente un rating, che funzionerà da segnalazione al mercato sul grado di affidabilità e di solidità creditizia della società che emette le cambiali finanziarie.
Lo sponsor ha anche il dovere di mantenere in portafoglio una quota minima stabilita dalla legge di titoli emessi dalla società non quotata assistita. La società emittente può fare a meno dello sponsor, ma a patto che non si tratti di una piccola e media impresa, come da definizione della raccomandazione 2003/61/CE e sempre che i titoli emessi siano assistiti in misura non inferiore al 25% da una garanzia bancaria o prestata da un’impresa di investimento.
La legge del 94 ha anche fissato le caratteristiche che la cambiale finanziaria deve possedere, in modo da standardizzare la procedura di emissione e di creare un mercato diffuso di questo titoli, assimilabili alle commercial paper o lettere commerciali negoziate sui mercati finanziari internazionali e di derivazione, in particolare, americana. A differenza delle commercial paper, però, le cambiali finanziarie hanno avuto molta meno fortuna nel nostro Paese, dove spesso le piccole e medie imprese preferiscono ricorrere al prestito bancario, in quanto hanno un merito creditizio basso, essendo poco capitalizzate, per cui rischierebbero di pagare sul mercato interessi più salati.
Alcuni emittenti, al fine di rassicurare maggiormente il pubblico, chiedono a una banca l’apertura di una linea di credito, che rappresenta, quindi, una garanzia per il risparmiatore che acquista la cambiale finanziaria, consentendo allo stesso tempo alla società o ente di emettere il titolo a un rendimento minore di quello che altrimenti sarebbe costretto a sostenere.
Ogni titolo deve avere un taglio minimo di 51.645,69 euro, cosa che li rende un’attrattiva di investimento per un nucleo ristretto di risparmiatori. Se l’emissione supera l’importo di 50 milioni di euro, essa deve essere comunicata preventivamente alla Banca d’Italia. Inoltre, la legge limita l’ammontare complessivo delle cambiali finanziarie, dei certificati di investimento e delle obbligazioni emesse da ciascun soggetto alla somma tra capitale versato e riserve.
Ovviamente, questi titoli possono essere venduti o girati ad altri risparmiatori, come accade per qualsiasi altro titolo negoziabile. Le cambiali finanziarie sono collocate generalmente a sconto, ossia sotto la pari, ed il loro rendimento dipende dalla differenza tra il valore di rimborso e quello di emissione e dalla durata, anche se in qualche caso e’ prevista una cedola a tasso fisso.
Facciamo un esempio, se compro per 90 mila euro una cambiale finanziaria dal valore nominale di 100 mila euro e che giungerà a scadenza tra due anni esatti, il mio rendimento annuo sarà pari a (100.000 – 90.000) / 90.000 : 2 (anni) = 5,55%.
Ovviamente, questi titoli possono essere venduti o girati ad altri risparmiatori, come accade per qualsiasi altro titolo negoziabile.
Tuttavia, avvertiamo che in Italia non si è sviluppato un mercato secondario sufficientemente liquido, perché generalmente chi acquista una cambiale finanziaria tende a conservarla fino alla scadenza, anche per via della scarsa durata massima ammessa dalla legge.